Mille nomi, un nome solo
- Caritas Modenese
- 20 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 9 apr 2021
ll Vescovo Don Erio Castellucci riflette sulla Giornata della memoria e dell'impegno di 21 Marzo 2021

Mille nomi e più: un elenco provvisorio, che purtroppo non termina e si aggiorna continuamente e drammaticamente. Un elenco che è uno sfregio all'umanità, come la ferita di un'arma che non smette di colpire il cuore delle nostre società e che assume nomi sinistri e purtroppo ben noti: mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona unita; parole che destano inquietudine, paura, terrore. Non sono più sacche di criminalità e illegalità racchiuse geograficamente nelle loro regioni d'origine, relegate in alcuni territori: sono invece come il sangue infetto che scorre nelle vene delle nostre città, che arriva nelle propaggini più estreme della penisola. Scoraggiarsi? Rassegnarsi? No di certo: sarebbe un modo per infangare la memoria dei martiri della giustizia.
Si sta risvegliando, in tante parti del paese, la coscienza della legalità; fa leva sul senso innato di fraternità che abita il cuore umano; un senso troppo spesso sepolto sotto la polvere delle ipocrisie, dei compromessi e dei silenzi, fin dai tempi di Caino, cioè da sempre. Ma si sta risvegliando, dicevo: e soprattutto attraverso l'opera di persone, famiglie e associazioni che, come Libera, coagulano le migliori energie della società, delle istituzioni e delle comunità cristiane.
Mille nomi e più: quelli delle vittime innocenti della criminalità organizzata non si pronunciano come quelli dell'elenco telefonico; si pronunciano come quelli degli amici più cari. Molti di loro non hanno fatto cose straordinarie, non sono stati né eroi né santi: sono stati semplicemente uomini e donne onesti e seri. Tante provenienze, idee molto differenti, esperienze eterogenee, compiti e ruoli diversi... ma un filo comune: la rettitudine. Persone giuste: ecco cosa sono stati i martiri della giustizia, le vittime della mafia. Ed è proprio la passione per la giustizia, vissuta nel quotidiano, che può perforare il muro dell'illegalità.
Le azioni mafiose nel territorio della nostra Regione e della nostra Provincia assumono forme camaleontiche: si mimetizzano, si infiltrano nei canali più disparati; non percorrono le vie della violenza esplosiva, eclatante e rumorosa, come è accaduto altrove; oggi raramente, qui al Nord, la mafia spara o rapisce; piuttosto segue le strade degli affari illeciti, del commercio di droga, dei racket... e in questo tempo di gravissima crisi economica le mafie, disponendo di abbondante liquidità, sono particolarmente attive.
Allora, oggi, è ancora più grande la portata simbolica, oltre che reale, della confisca dei beni alla mafia per una loro riconsegna alla società civile. Il riutilizzo di edifici, beni immobili, società, aziende è un forte segno di incoraggiamento e di speranza per tutti; abitazioni, garage e terreni sottratti alla malavita organizzata e trasformati in luoghi di vita e lavoro onesti sono delle vere e proprie metamorfosi, trasformazioni rigeneranti. Non è solo una nuova destinazione: è una destinazione nuova, una ripartenza, una "trasfigurazione". E' una nuova vita resa possibile dall'opera congiunta di tanti cittadini, da operatori di giustizia e forze dell'ordine, da amministratori e da pastori dedicati al bene comune e alla crescita della società e della Chiesa. Per noi cristiani questa trasfigurazione non è semplicemente opera umana, ma è un frutto dello Spirito, un raggio dell'amore di Dio che opera nel cuore delle donne e degli uomini di buona volontà.
Mille nomi dunque, ma in realtà un nome solo: coraggio; proviene da "cuore" e indica la forza interiore, la raccolta di tutte le proprie energie per progettare il bene, per rilanciare la speranza. Di null'altro abbiamo bisogno, se non del coraggio che apre il varco della speranza.
XXVI Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Il pensiero di Federico Valenzano, per la Direzione Caritas
Perché la Caritas Diocesana Modenese sente la necessità di celebrare questa giornata
assieme a centinaia di migliaia di persone in tutta Italia?
Perché, come cittadine e cittadini, persone che si professano cristiane, lo consideriamo un
obbligo morale. La realtà che viviamo ci impone di prendere parte, di scegliere da che
parte stare; non a parole, ma con la vita.
Ricordare, fare ed essere memoria, significa riconoscere di appartenere ad una Storia che
ci comprende tutti, ad una comune umanità. In Italia significa riconoscere quanto la nostra
Costituzione rimanga ancora, per molti aspetti, un desiderio irrealizzato: è facile
immaginare lo sgomento dei padri e delle madri costituenti di fronte a quello che la nostra
Repubblica è diventata, molto lontana da quella che desideravano consegnare alle
generazioni future.
Ricordare le donne e gli uomini che sono morti per difendere un’idea di democrazia reale
e la volontà di abitare un paese civile non è un’operazione di facciata, per sentirci “a
posto” con le nostre coscienze. Al contrario: significa ricordare a noi stessi che in Italia
centinaia di persone possono morire per caso, andando al lavoro o solo perché scelgono
di farlo bene. E questo ricordo non vogliamo riservarlo un giorno all’anno, ma celebrarlo
ogni giorno attraverso le nostre azioni e il nostro lavoro.
Non perdere la memoria di tutte le vittime innocenti significa anche ricordare le mille ferite
della Storia contemporanea. E che noi non viviamo affatto nel “migliore dei mondi
possibili”.
Sentiamo in particolare la necessità di ricordare per poter “desiderare”. Questo verbo,
etimologicamente, richiama l’immagine degli astri, le stelle che il titolo della giornata
richiama.
Queste stelle, che ricordiamo, forse ci hanno reso persone capaci di un’umanità più piena
e coerente al Vangelo e alla Costituzione. Il legame inscindibile tra memoria e impegno è
dentro il culmine della nostra vita cristiana: l’eucaristia. Nell’eucaristia si celebra la vita.
Come Caritas diocesana dobbiamo interrogarci su quali scelte compiamo ogni giorno nella
convinzione che nulla a che fare abbiano con il tema delle mafie. Sappiamo bene invece
che le mafie più pericolose e devastanti sono le mafie che ogni giorno operano indisturbate nell’economia legale con l’approvazione, cosciente o meno, di molti cittadini.
Non cercando il prezzo più vantaggioso per noi, per illuderci che così , a “fin di bene”
possiamo aiutare più persone, ma saldando fine e mezzi; obiettivi e metodo.
Per estirpare lavoro nero ed evasione fiscale, combattere le infiltrazioni di realtà illegali
che “dopano” l’economia reale con soldi sporchi di sangue è necessario sostenere le
migliaia di imprese strozzate dalla crisi di liquidità che si fa sempre più drammatica.
Saremo, per quanto ci è possibile, sempre al loro fianco, a patto che, come noi, nel loro
operare pongano al primo posto legalità, rispetto dei diritti dei lavoratori, rispetto
dell’ambiente, rispetto delle regole imprescindibili per una convivenza civile. Con la
consapevolezza che dobbiamo schierarci al loro fianco anche nella denuncia delle troppe
distorsioni del sistema legale, che troppo spesso non garantisce chi ogni giorno fa del
proprio meglio per applicare materialmente i diritti e i doveri sanciti dalla nostra
Costituzione.
Ricordiamo allora tutte le stelle uccise per mano di mafia che abbiamo incontrato nel
nostro cammino di vita, anche solo per averne approfondito la biografia, o il contesto
storico nel quale hanno perso la vita.
Alziamo lo sguardo a questi astri, nei momenti di sconforto, per scoprire e rassicurarci che
non saremo mai soli. Di avere molti “amici” e fratelli, persone come noi, normali, Non eroi,
semmai martiri, Testimoni, citando San Paolo, che l’Amore non avrà mai fine. Amici che ci
invitano a sentire sempre vivo il desiderio di un impegno per la collettività per costruire
ogni giorno, anche in tempo di pandemia, un paese più giusto, libero da ogni mafia..
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