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  • Estefano Tamburrini

Per una scuola capace di educarci alla cittadinanza


"Costruire una scuola inclusiva, capace di abbattere le barriere culturali che allontanano famiglie e bambini dalla partecipazione alla vita della città"; "una scuola capace di educare alla cittadinanza e rimuovere - parafrasando l'art. 3 della costituzione - gli ostacoli che impediscono il fiorire dei talenti e le capacità delle future generazioni". Questi alcuni dei pensieri condivisi all'incontro "Casa-scuola-quartiere", tenutosi lo scorso giovedì 3 novembre presso la Parrocchia di Santa Caterina: confronto cittadino promosso da Caritas diocesana e condotto dal Professore Alessandro Tolomelli per dare continuità al percorso di ascolto e dialogo avviato dal Progetto Città abit-abile che, come anticipato su queste pagine, ha il mandato diocesano di promuovere una responsabilità condivisa insieme alla comunità che vive nel Quartiere Crocetta-Sacca.

L'incontro ha coinvolto una ventina di persone, tra cui l'Assessora all'istruzione Grazia Baracchi, il parroco ospitante don Carlo Bertacchini, la Presidente dell'Istituto Comprensivo 10 Viviana Giacomini, la Presidente del Comitato genitori Anne Frank-Marconi Mariagrazia Giustizieri, l’Educatrice di Mediando Mariachiara Lugli, Gianfranco Buffagni in rappresentanza del GAVCI, Danilo Bertani dell’Associazione Don Milani e gli operatori di Caritas diocesana. Protagonisti, tutti, di una Comunità educante chiamata a interrogarsi sull'emergenza educativa del nostro tempo.

Cosa possono fare ognuno di questi attori per entrare in sinergia con il territorio?


Cosa può fare la scuola?


E cosa possono fare i cittadini e le istituzioni?


Domande che restano aperte, che interpellano la città tutta e ne esigono il pieno coinvolgimento; che richiedono la capacità di ascoltare e farsi ascoltare, soprattutto dall’altro difficile. Questo “martirio della pazienza”, come definito dal Cardinale Agostino Casaroli, è l’unica strada possibile nel riscoprire, insieme, il “senso del vero, del bene e del bello”: qui la missione della scuola, come afferma papa Francesco, ex-insegnante che “spronava gli alunni a fare domande di ogni tipo”, come raccontano coloro che furono i suoi allievi a Santa Fé.


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