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  • Claudia Vellani

Con la «parola» si riconoscono diritti e dignità

Si è tenuto a Roma il sesto incontro nazionale delle Scuole di italiano “Penny Wirton”


Sabato 17 giugno si è tenuto a Roma il sesto incontro nazionale delle Penny Wirton di Italia e Svizzera, oltre 60 scuole dal Nord al Sud dove tanti volontari insegnano gratuitamente la nostra lingua alle persone migranti. Era presente anche la Penny Wirton di Modena, nata nel 2018 all’interno dei progetti di integrazione dei migranti da parte della Caritas diocesana e cresciuta via via di numero per le tante richieste degli studenti e per la necessità sempre più impellente di rapportarsi con scuole, enti locali e Comunità di Minori non accompagnati.

La scuola Penny Wirton di Modena ha partecipato con una significativa rappresentanza: tre volontarie, Annalisa, Claudia e Lina, giovane di origine marocchina che adesso insegna italiano, e tre studenti, Aqeel pakistano, Mohamed gambiano e Dean albanese.

Quest’anno, infatti, l’incontro nazionale ha avuto un carattere speciale: ogni Penny Wirton ha portato uno o più immigrati a partecipare all’incontro e a leggere o recitare un testo ispirato a una parola-chiave che è stata assegnata dagli organizzatori.

Così che, oltre a fare un bilancio e condividere opinioni, intuizioni, idee e nuove proposte per il prossimo anno scolastico, come si è sempre fatto nei convegni degli anni passati, questa volta sono stati proprio loro, gli immigrati, i protagonisti assoluti dell’incontro. I loro testi, racconti, poesie, esperienze di vita, ricordi, storie del proprio paese, sono stati scritti proprio da loro con la guida e l’aiuto del volontario che li accompagna nel progressivo apprendimento della lingua italiana. Chi non ha potuto essere presente ha inviato un video, così che tra video e letture in presenza sono state condivise oltre 60 testimonianze, uno straordinario atlante di voci, un caleidoscopio di umanità, di sofferenze e di speranze ben conosciuto da tutti i volontari, ma che in molti stentano ancora a voler conoscere e valorizzare.


Commovente è stato vedere Mohamed, timidissimo e silenzioso, benchè diligente e impegnatissimo nel lavoro a scuola, prendere parte spontaneamente alla danza improvvisata da alcuni ragazzi africani al ritmo coinvolgente dei bonghi.

È stato bello vedere studenti e studentesse delle Penny Wirton di tutta Italia incontrarsi e parlare la loro lingua con gli amici del loro stesso paese di origine. Il rinfresco è stato accompagnato da una babele di lingue, idiomi nativi e dialetti nei quali l’italiano deve lentamente prendere forma. E queste persone ce la stanno davvero mettendo tutta.

L’aver dato rilievo assoluto alle storie di vite migranti e aver messo al centro come protagonisti proprio loro, gli immigrati, uomini e donne come noi, con il nostro stesso desiderio di amore, di sicurezza e di felicità, ha reso indimenticabile questa giornata e ha alimentato il desiderio, molto vivo nel cuore di Eraldo Affinati e di sua moglie Luce, fondatori delle scuole Penny Wirton, e dei tanti volontari, di riuscire a dare visibilità mediatica a quest’Italia troppo spesso rimossa, quando non combattuta[1].

[1] Nostro Tempo, Avvenire. Edizione di domenica 25 giugno 2023, pagina 5.

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