Dal Laboratorio Crocetta, il racconto di un percorso musicale per le famiglie
Ci sono parole difficili da pronunciare, sia per i bambini, sia per gli adulti; altre poi, che sembrano facili da dire, sono altrettanto facili da fraintendere: “Cosa vuoi fare con me? Mi puoi aiutare? Facciamo la pace?”. Saper dire richiede prima di tutto saper ascoltare, se stessi e gli altri, ma anche saper modulare la propria voce nel modo migliore. Educare in questo senso significa intervenire sulle povertà educative, tutti quegli ostacoli che impediscono di far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni personali.
“Fiducia nella città”, il progetto 8xmille CEI di Caritas Diocesana Modenese, vuole contrastare proprio le povertà educative, più sfuggenti di quelle materiali, con ripercussioni sulle capacità emotive, sulle relazioni, sulla scoperta di se stessi e del mondo.
Come assumere concretamente questa sfida?
Caritas Modenese ha scelto di iniziare con l’allestimento di uno spazio fisico e relazionale, «un luogo di amicizia sociale» aperto a cittadini che, al di là della provenienza, siano disposti a farsi comunità: il Laboratorio Crocetta.
Una delle iniziative che hanno caratterizzato il primo anno di attività è stata il “Musicando Lab”, un percorso laboratoriale pensato per mamme sole insieme ai loro bambini, un’esperienza da condividere per imparare a condividere, un contesto in cui recuperare la centralità del dialogo genitore-figlio come fondamento di un legame sicuro e svincolato dalle stringenti necessità della vita di tutti i giorni.
Un per-corso, che sfrutta lo strumento della “musica” come canale privilegiato di espressione e comunicazione, e non un corso di musica, in cui acquisire primariamente delle competenze tecniche (esperienza peraltro spesso preclusa a chi non ne abbia le opportunità materiali e immateriali).
Un elemento di particolare forza della musica è la possibilità di essere posta in atto con l’unico costo della propria personale disponibilità a mettersi in gioco, di porsi in un ascolto integrale dell’altro e di donarsi con ciò che di più personale abbiamo: la nostra voce e il nostro corpo che vibra insieme a quello dell’altro, entrando in risonanza con quella voce comune che si crea interagendo. Non è necessario avere a disposizione strumenti musicali: basta anche “solo” la propria persona.
“Musicando Lab” è stato, per le famiglie coinvolte, un invito all’esplorazione.
Anzitutto ad esplorare i propri desideri e i propri bisogni, come singoli, come nuclei famigliari e infine come gruppo e, in relazione a quest’ultimo, a sperimentare la forza dei legami di fiducia e confidenza che andavano costruendosi. In seconda battuta, ad esplorare le proprie capacità nel comunicare e comunicarsi, sperimentandosi in ruoli diversi, acquisendo parole nuove e soprattutto imparando a pronunciarle.
Questo lavoro, condotto all’insegna del gioco e della coreografia, della preparazione attenta e dello stravolgimento creativo, ha abitato soprattutto lo spazio del Laboratorio Crocetta in tutte le sue parti: la cucina ha ascoltato intime condivisioni tra mamme; lo “spazio bimbi” ha promosso amicizia paritaria; lo spiazzo antistante ha permesso la giusta distanza per avvicinarsi con la merenda e la reciproca conoscenza.
Tutti questi spazi non bastavano però a contenere l’entusiasmo: in estate ci siamo ritrovati - come spettatori e ballerini improvvisati - agli spettacoli del parco XXII Aprile e in autunno abbiamo avviato una collaborazione con il centro di aggregazione giovanile HAPPEN, che ci ha ospitati per aiutarci a realizzare un piccolo CD, con le canzoni che abbiamo composto insieme durante gli incontri del laboratorio, per scandire la nostra giornata, e a cui attingere per aiutarci a dire qualche parola importante: "buongiorno, insieme siamo più felici, scusa, ti voglio bene".
Condividere queste parole ci ha permesso di vedere squarci di vita quotidiana, di tenerezza, di conflitto, di impegno e fatica. “Musicando Lab” ha ospitato cose impreviste: doni improvvisati, risate incontenibili, occhi colmi di stupore e lucidi per l’entusiasmo.
Per le famiglie è stato un percorso,
per Caritas una continua scoperta,
per tutti un capitale simbolico
da portare con sé, consapevoli che la musica può essere un pretesto per ri-trovarsi e un contesto in cui ri-conoscersi.
Chiara Colm e Ciro Ludovico
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